Lo smog condiziona il funzionamento dei pannelli solari: lo rivela uno studio indiano

Lo smog condiziona il funzionamento dei pannelli solari: lo rivela uno studio indiano

La chiusura delle attività economiche a causa del lockdown non ha portato solo un clima di crisi, ma anche la possibilità di ragionare sull’inquinamento atmosferico e le sue conseguenze. Sono stati bloccati aeroporti, navi, automobili, camion e fabbriche, consentendo al mondo di notare un calo drastico dello smog.

In media, in tutti gli stati del mondo si sono registrati crolli del livello di polveri sottili fino al 40%. Nelle città cinesi, dove le regole sono state ancor più stringenti che in altre parti del mondo, in pochi giorni l’aria si è fatta più respirabile e visibilmente più pulita. In passato, non si poteva addirittura scorgere l’orizzonte tanto era denso il livello di smog.

Nuova Delhi studia gli effetti dello smog

Durante il lockdown, a Nuova Delhi è stato avviato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Joule che aveva come obiettivo quello di dimostrare quanto l’inquinamento atmosferico possa influire sulle prestazioni dei pannelli solari.

Se infatti è vero che in tutto il mondo si stanno cercando modalità più green per affrontare la quotidianità nel pieno del comfort, in particolare producendo energia elettrica sostenibile e sufficiente per alimentare tutti i nostri dispositivi, dall’altra gli effetti dell’industrializzazione e delle cattive abitudini umane stanno rendendo questa migrazione verso la sostenibilità più complessa.

Se in qualsiasi periodo della storia recente fermare la produzione per studiare l’effetto dello smog sui pannelli solari era difficoltoso, la pandemia di Covid-19 ha offerto agli scienziati un’opportunità senza precedenti per effettuare molti esperimenti in assenza di rumori, persone e con livelli di inquinamento più contenuti.

Nei mesi di marzo e aprile 2020, quindi gli operatori energetici hanno potuto osservare fino a che punto l’inquinamento atmosferico ha impatto sulla produzione di pannelli solari. Non è una novità che le città indiane siano tra le più inquinate al mondo. Con il lockdown, il livello di polveri sottili si è abbassato del 50% e gli effetti erano visibili a occhio nudo.

L’esperimento

Avendo notato questo miglioramento della qualità dell’aria, gli studiosi del team di Ian Marius Peters, ricercatore dell’Helmholtz-Institut Erlangen-Nürnberg for Renewable Energies, hanno raccolto, attraverso strumenti di nome piranometri, l’intensità della radiazione solare che colpiva i pannelli solari dell’ambasciata americana a Nuova Delhi.

I risultati furono sorprendenti: a fronte di un dimezzamento della quantità di polveri sottili presenti nell’aria, il numero di Watt prodotti dai pannelli solari era aumentato dell’8%.

Questo risultato dovrebbe spingerci a ragionare sulla quantità di energia in più che potremmo ottenere se solo riuscissimo a dimezzare lo smog presente nei nostri Stati. Non dovrebbe stupirci ciò che Marius ha scoperto in India: dopotutto vediamo anche sulle nostre auto e sulle case gli effetti dello smog, che crea una patina sottile di sporcizia che si deposita su tutte le superfici.

I pannelli solari non vengono colpiti appieno dalle radiazioni solari in quanto la coltre di polveri sottili si interpone tra il sole e gli impianti, non consentendo di produrre energia a sufficienza.

Il ché crea una situazione peggiore: non potendo produrre abbastanza energia solare, ricorriamo ancora ai combustibili fossili, i quali, a loro volta, producono lo smog che non consente ai pannelli solari di funzionare correttamente. Il circolo vizioso va interrotto immediatamente con soluzioni più green da mettere in pratica autonomamente ogni giorno.

Se desideri passare a un modello di raccolta dell’energia elettrica più green e responsabile, non esitare a contattare Viridis, azienda italiana che dal 2010 si occupa di procedere con la transizione energetica sostenibile, con soluzioni su misura per i suoi clienti e a impatto ambientale rasente lo zero.

Fonte: www.italiasolare.eu